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lungo l’adempimento della sua parola. Così passarono parecchi anni senza profitto.

Nell’aprile del 1291, in nome di Odorico e Jacopo canonici di Trento e del Conte Mainardo, fu fatta da Nascimbene notaro di Castello una intimazione agli uomini di Pinzolo e di Baldino, per cui si inibiva, sotto pena di lire 200, di molestare i frati di Campiglio; ma colla libertà di produrre, nel termine di otto giorni, quanto avessero a loro discarico, sicuri di essere ascoltali e di ottenere giustizia1.

Il vescovo nostro, provvisto dalla Sede Apostolica dell’amministrazione del monastero di S. Benedetto di Padolirone, li 21 maggio 1293 instituiva abbate di S. Cipriano in Muriano fra Morandino priore di S. Fermo in Leonico. E li 10 luglio dello stess’anno, Alberto abbate di S. Cipriano rinunciava la detta abbazia nelle mani di Mauro abbate di S. Maria di Pratalia, nella diocesi di Padova, e di Morandino priore dei Ss. Fermo e Rustico di Leonico, nella diocesi di Vicenza, procuratori speciali a tale effetto costituiti dal vescovo Filippo, quale amministratore del monastero suddetto2. Li 8 ottobre del 1294, il medesimo vescovo, col consenso del Capitolo generale, unì e sottopose la chiesa col monastero di S. Elena di Tessaria e la chiesa di Cavasaga al detto monastero di S. Cipriano di Muriano. Ed anco dopo la di lui morte si fa onorevole menzione del nostro prelato in un istrumento, in cui Azzone di

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 217.
  2. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 2.