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presto il podestà padovano colla gente che lo scortava, e chiese l’ajuto degli altri Comuni della diocesi e dei castellani; nè essendo contuttociò abbastanza forte per ottenere sollecitamente l’intento, ricorse ad Alberto della Scala, signor di Verona, antico confederato della Chiesa di Trento, benchè ora inimico, e coll’ajuto di lui e con quello dei sudditi fedeli, solamente nell’agosto del seguente anno 1279 ebbe luogo l’evacuazione dei Padovani da tutto il territorio trentino1. Cotesto fatto fu poscia origine d’altra guerra fra il suddetto Comune e Alberto della Scala, ch’ebbe a durare un biennio.

Era frattanto ritornato da Roma, ove stette per sette mesi e giorni sedici in legazione imperiale, il vescovo nostro; e fu sua prima cura di comporre all’amichevole le differenze insorte coi Veronesi. A quest’uopo mandò tre ambasciatori al Comune di Verona, Erardo, Massimiliano e Riprando, coi quali nell’ottobre del 1279 fu conchiusa stabile pace sotto certe condizioni giurate per parte dei Veronesi da Placesio dei Carbonensi di Bologna, podestà di Verona, da Alberto della Scala, capitano generale di quel Comune, e dal magistrato od università mercantile2.

Rivenendo all’anno 1278, ebbe in esso il suo principio in Trento l’ospitale alemanno colla confraternita laicale detta dei Zappatori, che oggidì abbonda di rendite3. Già nel gennajo di quest’anno procurò il

  1. Chron. Patav. Miscellanea Alberti, Τ. IV, fol. 230.
  2. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 73.
  3. Ughelli, Italia Sacra, Τ. V.