roborazione delle cose premesse, il vescovo Enrico diede mallevadori per parte sua Leonardo e Guglielmo di Castelbarco, Erardo di Zwingenstein, Pellegrino di Bansevo, Riprando e Federico di Clesio, Jacopino di Gardumo, Nicolò Spagnolo, giudice, Federico di Frinsistain, Nicolò di Naco, Uberto di Brentonico ed Enrico di ComoFonte/commento: Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/567; i quali tutti con giuramento promisero che il vescovo avrebbe eseguito quel tanto che gli arbitri gli avessero imposto, e mantenuta la pace fatta; dichiarandosi, in caso contrario, che ne avrebbero essi stessi procurata la esecuzione a ogni costo, ed anche col seguire la parte del conte Mainardo. Poco dopo, ai già nominati mallevadori il nostro vescovo aggiunse Federico di Castelbarco, Manfredino e Bonaventura di Trento, Approvino di Castelnuovo, Ipoldo di Vinecco, Decemaro di Bramonte, e Retemaro di Vinecco, che le medesime cose promisero. All’incontro, da parte sua nominava il Conte come proprii mallevadori e colle medesime obbligazioni assunte da quelli del vescovo, Alberto conte di Augur, Federico conte di Ortemburg, Svicherio di Richimberg, Ergellino ed Arnaldo di Taranti, Vigerio di Limburg, Ermanno Startineggar, Jacopo Truchlin, Nomastro di Hattenberg, ed Ottone di S. Giustina. Nel modo istesso giurarono inoltre Alberto e Dieto di Firmian, Ulrico di Wellenberg, Enrico di Materein, Arrigo di Altemburg, Corrado di Piume, Aroldo e Altemanno di Taranti, Enrico di Velles, Ulrico di Varda, Alderico Zolnezio; tutti garanti pel Conte Mainardo. Ciò segui alla presenza di molti testimonii e dei soprascritti arbitri, i quali, presenti sempre