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cadavere, fosse sepolto in Trento nella chiesa cattedrale di S. Vigilio, alla quale lasciò mille lire piccole veronesi, con cui comperar tanti beni ed affitti che bastassero a mantenere decentemente un sacerdote, elegibile dal decano capitolare, e obbligato agli officii divini all’altare di Maria Vergine da esso vescovo eretto nel duomo1. Nel medesimo anno, ad onore di Dio e dell’evangelista S. Marco, fu terminata la fabbrica del monastero e della chiesa dei Padri Agostiniani2.

Nel 1274, il vescovo Egnone, che nel mese di settembre era ancora in vita, sebbene la Cronaca Tirolese manoscritta3 lo dica morto nell’anno antecedente, spedì locazione perpetua a Jacopo di Favogna, come tutore dei suoi nepoti, di una terra arativa presso la palude di Termeno, pria rifiutata nelle sue mani a favore di quelli da Jacopo, figlio del Fabro di Termeno4.

Verso la fine di quest’anno 1274 chiuse la travagliata sua vita il vescovo Egnone, intorno al quale ci tramandava alcuni brevissimi cenni un Odorico di Bolgiano5.

Successe ad Egnone Enrico II, frate dell’Ordine Teutonico, protonotario della corte imperiale, verso il fine del 1274 o sul principio del 1275. Il primo atto che di lui si ritrova è la consegna da esso fatta a un

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 185. T. VII, fol. 20. Bonelli, l. c., pag. 604.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 63.
  3. Gentilotti, in Notis ad Italiam Sacram Ferd. Ughellii.
  4. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 149.
  5. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 208.