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si attiene quasi esclusivamente a quelli, di cui le carte gli rendono indisputabile testimonianza, enumera le azioni dei vescovi, riporta il tenore dei trattati, e si estende con maggiore predilezione nel campo degli atti interni o domestici, e in particolar modo dei relativi alla Chiesa. Degli altri requisiti, che la critica odierna richiede allo storico, il nostro autore patisce qualche difetto; così nell’arte di tener sempre viva la narrazione, come in quella di esporre i fatti con eleganza. Ma questo difetto, ci piace il ripeterlo, è compensato ad usura dalla dote suprema della verità.

Dichiarate alla meglio le cause che ci determinarono a mettere in luce cotesti Annali, accenneremo in poche parole alle cure che intorno ci abbiamo poste. Mutato il titolo dell’opera, per le ragioni indicate, ci attenemmo in tutto il resto strettamente all’autografo, di non difficile lezione, ma alquanto scorretto nella sintassi; forse perchè l’autore non fu in grado di darci l’ultima mano. Essendo, come si disse, andati smarriti tre quaderni, comprendenti ciascuno lo spazio di circa vent'anni, abbiamo studiato di riempir la lacuna mediante estratti di documenti positivi raccolti dall’Ippoliti e dal Tovazzi, che or si conservano nella Biblioteca della città di Trento, e di adattare la nuova materia e la forma alle proporzioni e allo stile del complesso dell’opera. Quanto ai richiami dei documenti, possiamo asserire in buona coscienza, che corrispondono perfettamente all'oggetto al quale si riferiscono. Di alcuni, pubblicati dopo la morte del vescovo autore, abbiamo fatta menzione, citando il titolo e la pagina