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sieme alle rendite, a Trentino di Gando, che imprestato gli aveva tremila lire veronesi, risolse d’impegnargli, invece di essa, due masi in Termeno1. In questo stesso anno il vescovo Egnone creò suo capitano di tutta la valle Lagarina, di qua e di là dell’Adige, Jacopino di Lizzana, obbligando quei popoli a riconoscerlo e ad ubbidirgli2.
Evvi una carta di quest’anno 1258, in cui sta registrata certa comparsa dei signori di Castelbarco, di Lizzana, di Beseno e di Gardumo avanti Ezzelino, onde trattare del salario a mantenimento d’un capitano della valle Lagarina; ciò che dà a conoscere la loro ribellione contro la Chiesa di Trento. In questa stessa carta e accennato il diritto del vescovo in detta valle, e quello dei soldati sopra la loro macinata e sui servi3. Nel suddetto anno, affinchè le suore di S. Michele di Trento, ridotte in estrema povertà per le guerre dell’eretico Ezzelino, venissero dai fedeli validamente soccorse, il vescovo nostro concesse a tutti quelli che loro avessero fatta elemosina, l’indulgenza di venti giorni pei peccati mortali, e di cento pei veniali4. In questo documento sono degne di nota le parole «pro meritis gloriosorum martyrum S. Vigilii et Adelpreti patronum nostrorum» le quali comprovano il culto, che già a quei tempi ad esso Adelpreto si attribuiva.