vere1. E in quell’anno medesimo, il vescovo Egnone investiva l’arciprete Graziadei e il Capitolo d’Arco di un orto situato in quel territorio, nel luogo detto al Broilo2. Nel maggio dello stess’anno, Egnone confermò ai Rendenesi i privilegi ottenuti dall’imperator Federico, e varie sentenze e quella in ispecie proferita da Giannone de Antico, capitano imperiale di Valcamonica, e da Manfredo Cattamozza giudice delegato; e ciò per l’assistenza dai Rendenesi indefessamente prestata al vescovo, nel suo esiglio da Trento, contro i tirannelli che lo perseguitavano3. Nel giugno 1255, il vescovo ricevette sotto la sua protezione gli abitanti della pieve di Cloz coi loro beni, devoluti alla Camera, come venduti e rispettivamente retrocessi alla Chiesa dal conte Ulrico di Ulten al vescovo Gerardo; in maniera che in avvenire i suddetti uomini e beni facessero sempre parte del patrimonio di S. Vigilio, nè mai potessero venire alienati4. In questo mese ed anno concesse ai signori di Wanga il castello di Ravenstein, fabbricato con licenza del vescovo Adelpreto IV da Bertoldo Scavilino l’anno 12225. Di quest’anno 1255 si leggono pure due locazioni perpetue spedite dal nostro vescovo, l’una a Sicco di Favogna e a Reginaldo di Curone, suo genero, d’un maso e
- ↑ Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 193.
- ↑ Miscell. Alberti, T. VII, fol. 208. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 64.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 166.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 155.
- ↑ Codice Wanghiano, pag. 384.