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conto della parte formale; mentre negli annali si registrano, per solito, con brevità e senza nesso, secondo la serie degli anni, ovvero nella successione del tempo. L’annalista e il cronista, riferendo i puri fatti con istile semplice e conciso, si differenziano poi dallo storico, che dei fatti indaga, per quanto è possibile, le cause e dimostra gli effetti, ed orna e dispone artisticamente la sua materia.

Il nostro autore, scrivendo gli annali della sua patria, aveva due eccellenti modelli dinanzi agli occhi: il Baronio e il Muratori, suo contemporaneo. Noi non diremo che abbia saputo perfettamente imitarli, e soprattutto nella perspicuità e regolarità della forma. Nondimeno egli ha comune col Muratori la coscienziosità di non asserir cosa che male si apponga al vero confermato e sancito dai documenti, ch’egli adduce a proposito di ciascun fatto. Non lo diremo neppure privo di ogni ornamento, nè di una certa disinvoltura di locuzione, nè di qualche calore di affetto negli argomenti che risguardano la inviolabilità dei diritti del principato, tante volte manomessi dai prepotenti vicini. Già a bella prima lo riconosci uomo sincero, che ti vuol esporre la verità quale ella è, o crede ingenuamente che sia; astenendosi quasi sempre dal sentenziare o dall’osservare di suo. Saremmo ingiusti o, per lo meno, troppo severi, se volessimo mettere a carico del nostro autore qualche pregiudizio, ch’egli ha comune con quasi tutti gli uomini della sua casta, a qualche tendenza imputabile alle condizioni particolari del luogo e del tempo in cui visse. In ogni