di Gardumo la investitura feudale della guardia del dosso di Gardumo, e del distretto appartenente al castello; e nel mese susseguente, quella di Castelnuovo, a Geremia, Rodolfo e Romanino Turcolini1. Trovasi pure che nel maggio di detto anno il vescovo Aldrighetto concesse ad Odorico di Madruzzo la licenza di costruire un molino in un suo casale sotto il Comune di Calavino, a patto che, dopo dieci anni di godimento, lo dovesse consegnare al Vescovato2. Nello stesso anno 1235, essendosi Benedetto abbate dei Benedettini risolto di trasferire irrevocabilmente ai padri Predicatori dell’Ordine di S. Domenico la chiesa di S. Lorenzo coll’annesso orto e chiusura, Gregorio IX spedì due bolle ortatorie, una al vescovo nostro e l’altra al Capitolo, per ottenerne l’assenso, come seguì; ricevendo tal donazione, a nome di tutto l’Ordine, maestro Giordano, primo suo generale. L’istrumento relativo fu poi confermato dal suddetto pontefice, e quindi da Innocenzo IV3. Nel medesimo anno, Aldrighetto, alla presenza di alcuni giudici e di Ulrico e Convenuto da Campo, suoi nipoti, con laudo arbitrale compose la differenza insorta fra il Comune della città di Trento e le ville di Fajo e di Zambana; pronunciando, che gli uomini delle dette ville posseggano bensì in avvenire, in comunione colla città, la valle Melara, ma paghino in ricambio annualmente alla stessa lire 50 veronesi,
- ↑ Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 180.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 159.
- ↑ Bonelli, Notiz. istor. crit., Τ. II, pag. 571, 573.