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Arco, riconobbe sotto titolo di feudo dalla Chiesa di Trento, nella rinnovazione ottenuta dal vescovo Federico di Wanga. Quei signori, all’incontro, giurarono al vescovo fedeltà, come uomini della Casa di Dio e della nobile macinata di S. Vigilio1.

In quest’anno i popoli di Gabiolo e Graffiano, pieve di Povo, prestarono il giuramento di fedeltà, come uomini della famiglia del Capitolo di Trento, promettendo ad esso di mantenere i diritti della Cattedrale e l’onore e le prerogative capitolari, in segno di vassallaggio2. Nello stesso anno, d’ordine del nostro vescovo, alcuni testimonii, legalmente esaminati, deposero, che la decima dei campi de Hollar, nelle pertinenze di Bolgiano, spettava al vescovo, come era stata a pro della sua Camera raccolta per lo passato3. Nel medesimo anno, per soddisfare a certe dotazioni, Odorico di Campo, podestà di Trento, mediante periti pubblici, fece estimare le case di due cittadini, assieme cogli utensili, nella contrada dei cappellari4. Con altro documento di quest’anno, il vescovo Aldrighetto dichiara uomo libero e gentile un Egnone di Bolgiano, figlio di Morfino di Mori, e i suoi figliuoli, colle stesse prerogative, delle quali furono investiti i di lui progenitori dai vescovi Federico, Alberto e Gerardo5. Nel maggio dell’anno

  1. Codice Wanghiano, pag. 348.
  2. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 194.
  3. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 143.
  4. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 196.
  5. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 17, Bonelli, Notiz. istor. crit. Τ. II, pag. 558.