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d’indulgenza ai fedeli che avessero sovvenute le religiose; colla seconda invita i vescovi di Trento, di Coira e di Bressanone a fare elemosina alle monache di S. Appollinare, onde possano condurre a termine la cominciata erezione del monastero di S. Michele, concedendo a tal fine 40 giorni d’indulgenza1. Calmati in tal guisa gli animi dei canonici recalcitranti, li 10 di settembre del medesimo anno, Palmeria abbadessa, colle sue religiose, fu da Rodolfo arcidiacono della cattedrale messa in possesso della detta chiesa di S. Michele, e de’ suoi diritti ed appartenenze2. Questo monastero si pretende essere uno dei primi quattro fondati da S. Chiara medesima; in cui si viveva secondo la regola data e prescritta da papa Gregorio IX alla santa. Il glorioso S. Carlo, quale visitatore apostolico, confermò la clausura, dopo avere in detta chiesa celebrata la messa; e in prova di ciò, si conserva con venerazione dalle religiose la pianeta di cui esso si servì in tale occasione3. La suddetta traslazione fu in seguito confermata con nuova bolla da Gregorio IX, nella quale sono inseriti la concessione del nostro vescovo e l’atto di possesso enunciati. Altra bolla di prerogative e di privilegi ottennero pure le suore di S. Michele dal successore papa Innocenzo, nella quale sono descritti i beni e le ragioni da lor possedute4.

  1. Miscellanea Alberti, T. VII, fol. 201.
  2. Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 1.
  3. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 200.
  4. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 201.