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non abbiamo da riferire intorno al nostro prelato, che morì alla fine di quest’anno 1223.

Gerardo I, cremonese, fu ancora in quell’anno 1223 eletto a pieni voti vescovo e principe di Trento1. Dal pontefice Onorio IIΙ egli ottenne licenza di potere, caso di necessità, infeudare e alienare una porzione di beni spettanti alla Mensa vescovile, e di visitare ogni tre anni il sepolcro dei santi Apostoli2.

Nello stesso anno, ο al principio del susseguente, intervenne il nostro Gerardo, con Enrico vescovo di Bressanone, ai comizii della provincia del Tirolo, che da Ottone, duca di Merano, furono tenuti nel borgo di Innsbruck, da poco tempo fondato3. Ai 28 d’aprile 1224, il vescovo Gerardo, raccolti nel suo palazzo i canonici, gli abbati dei monasteri, i prelati, gli arcipreti della sua diocesi, chiese loro se avessero a rimproverarsi di vivere in concubinato. Tutti si confessarono colpevoli di questo errore e promisero di emendarsi; dopodichè il vescovo, in virtù d’una bolla pontificia, li prosciolse dalla scomunica4. Nel maggio dello stess’anno, da Odorico conte di Eppan veniva donata al vescovo Gerardo Sofia, figlia di Vichero di

  1. Egli era della nobile famiglia degli Oscasali. Vedi Mazzetti: Delle antiche relazioni fra Cremona e Trento. Milano, Rivolta, 1831.
  2. Fontanini, Regest. Vatic. Miscellanea Alberti, Τ. V, fol. 63.
  3. Gentilotti, in Notis ad Italiam Sacram.
  4. Codice Wanghiano, pag. 337. Bonelli, Monum. Eccl. Trid., pag. 56.