nunciò nelle mani del vescovo tutto ciò che da esso aveva precedentemente ricevuto in feudo nella pieve di Egna e sue pertinenze, consistente in uomini liberi e nei loro beni ed affitti, sulla promessa del nostro prelato di conservare ogni cosa ad utilità della sua Chiesa, e sotto pena di nullità in caso di alienazione1. Nell’agosto di quest’anno fu fatta, per ordine del vescovo, la manifestazione di tutti i diritti competenti al principe nel territorio di Arco, allora ancor suddito della Chiesa di Trento2. Nell’ottobre del 1222, essendo podestà di Trento Adelpreto conte del Tirolo, e suo sostituto un Jacopo Blanzemano3, il provvido nostro prelato ricuperò la torre maggiore del borgo di Riva4 posseduta da certi particolari, e la giurisdizione di Grumeso, invalidamente infeudata a Nicolò di Egna5. In questo medesimo anno pensò egli di far risorgere il proprio castello di Ravenstein, intieramente diroccato, investendo del sito, a titolo di feudo, un Bertoldo Scavilino, perchè sopra di esso lo ergesse6. Questo castello, ricaduto col tempo quasi in ruina, fu rimesso in ottimo stato da Sigismondo Gerstel. Nel 1222 fu pur proferita da Gerardo arcidiacono della cattedrale di Trento, quale sostituto del podestà, Adelpreto conte del Tirolo, deffinitiva sentenza nella causa vertente fra
- ↑ Miscellanae Alberti, Τ. VI, fol. 148.
- ↑ Miscell. Alberti, Τ. VI, fol. 173.
- ↑ Miscell. Alberti, T. VII, fol. 8.
- ↑ Archivio vescovile.
- ↑ Ivi.
- ↑ Ivi.