Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/102


— 85 —


Da un Odorico conte di Eppan, fu pronunciato, a richiesta del nostro vescovo, un laudo contro i vassalli mancanti alle proprie incombenze1. Un altro solenne laudo, a petizione di Alberto, fu pronunciato nell’agosto dello stess’anno, in presenza del conte del Tirolo, col quale si dichiarava, tutte le regolanerie maggiori dei castelli e delle campagne essere vero feudo della Chiesa, e doversi sempre esercitare dai maschi2. Il primo di settembre 1220, i figli di Alberto Buonvicino confessano essere loro stato ingiunto, per sentenza della Curia dei vassalli, di demolire la torre di Ponale, presso Riva, che aveano eretta contro la volontà del vescovo Federico; e perciò ne rassegnano tutti i diritti al vescovo Alberto. Il quale, per intercessione di parecchi suoi famigliari e vassalli, concede loro in feudo la stessa torre, per sè e successori maschili, e in difetto di questi, anche ai femminili, col patto di tenerla sempre aperta ai suoi comandi3. Ai 9 dello stesso mese, il vescovo Alberto confermò agli uomini di Ermulo nell’Anaunia il privilegio loro concesso dal vescovo Federico, in virtù del quale essi erano unicamente soggetti alla giurisdizione vescovile4. Li 15 di settembre, avendo il nostro vescovo riconosciuto che gli uomini di Grumeso nell’Anaunia possedevano il privilegio d’esser soggetti solamente al principe ecclesiastico, egli

  1. Miscellanea Alberti, Τ. VI, fol. 159.
  2. Miscell. Alberti, T. VII, fol. 17.
  3. Codice Wanghiano, pag. 328.
  4. Cod. Wang., pag. 330.