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procedere contra degli accusati; e che si dessero alle fiamme quegl’iniqui libelli.
Anno di | Cristo CCCXXXIX . Indiz. XII. GIULIO papa 3. COSTANTINO juniore imp. 3. COSTANZO imp. 3. COSTANTE imp. 3. |
Consoli
Prefetto di Roma fu in quest’anno dal dì 14 di luglio sino al dì 25 d’ottobre Lucio Turcio Secondo Aproniano Asterio, ed ebbe per successore pel resto dell’anno in quella dignità Tiberio Fabio Tiziano, creduto lo stesso che nell’anno 337 era stato console. Non mancano leggi e fasti che non Costanzo, ma Costantino chiamano il primo console, e va d’accordo con essi un’iscrizione1 da me data alla luce. Contuttociò non si può abbandonar la comune opinione che mette Costanzo Augusto console, altrimenti si imbroglierebbe la serie dei consolati susseguentemente da lui presi. Che se Costantino juniore avesse presa in questo anno tal dignità, dovea dirsi console per la quinta volta. Nulla di particolare ci somministra a quest’anno la storia. Abbiam solamente alcune leggi2 che ci fan vedere, dove in varii giorni si trovassero gli Augusti, ma non senza confusione, per li testi guasti. Allora se uno d’essi imperadori pubblicava una legge, non il solo suo nome, ma quello ancora degli altri due fratelli Augusti vi si metteva in fronte, acciocchè paresse che il romano imperio, tuttochè diviso fra i tre regnanti, seguitasse nondimeno ad essere un corpo ed una cosa stessa. Tre d’esse leggi, date in Laodicea, in Eliopoli e in Antiochia, indicar possono che Costanzo Augusto dovea essere passato colà per accudire alla guerra dei Persiani, i quali si può dire che ogni anno venivano a dar mala ventura alla Mesopotamia, provincia de’ Romani. In esse leggi Costanzo si studiò di liberare i pubblici giudizii dalle sofisticherie e formalità superflue che eternavano i processi e le liti. Proibì egli ancora, sotto pena della vita, i matrimonii fra zio e nipote; e ai Giudei il poter comperare schiavi d’altre nazioni, e molto più il circonciderli, specialmente liberando gli schiavi cristiani dalle lor mani.
Anno di | Cristo CCCXL. Indizione XIII. GIULIO papa 4. COSTANTINO juniore imp. 4. COSTANZO imp. 4. COSTANTE imp. 4. |
Consoli
Non si dee sottrarre alla conoscenza dei lettori un’avventura di questo Acindino console, narrata da santo Agostino3 come succeduta circa l’anno 343. Essendo egli prefetto dell’Oriente in Antiochia, fece imprigionar certuno che andava debitore al fisco di una libbra d’oro; e, simile a tant’altri che negli uffizii pubblici fanno a sè lecito tutto quel che loro cade in capriccio, con suo giuramento minacciò che se dentro al tal giorno colui non soddisfaceva, la sua vita la pagherebbe. A costui era impossibile il trovar quella somma. Per buona ventura aveva una moglie di rara bellezza, ma sprovveduta anch’essa di contante; quando un certo ricco, che le faceva la caccia, preso il buon vento, le esibì quel danaro, se ella voleva per una notte acconsentir alle sue voglie. Comunicò la donna tal esibizione al marito, che approvò il disonesto contratto. Ma, appagata che ebbe l’impuro la sua passione, giuocò di mano, e quando l’incauta donna si credè di avere in pugno l’oro promesso, non vi trovò che della terra. Qui si diede alle smanie e grida, e ricorsa ella ad Acindino prefetto, sinceramente