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costoro dipoi non insolentissero e scuotessero il giogo; e tanto più perchè il numero degli schiavi ordinariamente era sterminato negli antichi tempi presso d’ogni nazione. Se i Romani in qualche gravissimo bisogno di gente si vollero valer degli schiavi, lor diedero prima la libertà. Non dovettero i signori sarmati usar tutta la convenevol precauzione in tal congiuntura. Insuperbiti i loro servi, e conosciuta la propria forza, rivolsero in fatti da lì a non molto l’armi contra de’ proprii padroni; e questi, non potendo resistere, furono astretti a prendere la fuga, ed a lasciar tutto in potere di chi dianzi loro ubbidiva. San Girolamo3362 ed Ammiano3363 danno il nome di Limiganti a quei servi, e a’ lor padroni quello di Arcaraganti. Ebbero questi ultimi ricorso allo Augusto Costantino, il quale benignamente gli accolse ne’ suoi Stati. Per attestato dell’Anonimo Valesiano3364, erano più di trecento mila persone tra grandi e piccioli dell’uno e dell’altro sesso. Costantino arrolò nella milizia i più robusti: il rimanente fu da lui compartito per varii paesi, cioè per la Tracia, Scitia (cioè la Tartaria minore), Macedonia ed Italia, con dar loro terreni da coltivare. Altri di que’ Sarmati liberi, per testimonianza d’Ammiano, si ricoverarono nel paese dei Victobali; e solamente nell’anno 358 furono rimessi dai Romani in possesso del loro paese.




Anno di Cristo CCCXXXV. Indizione VIII.
SILVESTRO papa 22.
COSTANTINO imperadore 29.

Consoli

GIULIO COSTANZo e CEIONIO RUFIO ALBINO.

Fratello di Costantino Augusto, ma da altra madre nato, cioè da Teodora figliastra di Massimiano Erculio, fu questo Giulio Costanzo console. Oltre allo onore del consolato, ebbe egli anche la eminente dignità di patrizio, il titolo di nobilissimo, e la facoltà di portar la veste rossa orlata d’oro3365. La cognizion di questo personaggio importa molto alla storia, perchè noi troveremo Gallo Cesare a lui nato dalla prima moglie, e Giuliano, a lui procreato da Basilina sua seconda moglie, Giuliano, dissi, che arrivò poi ad essere imperadore, ma d’infame memoria per la sua apostasia. Il secondo console, cioè Ceionio Rufio Albino, era figliuolo di Rufio Volusiano, stato due volte console, come apparisce da un’antica iscrizione3366. Dal Catalogo3367 del Cuspiniano e del Bucherio si ricava che a lui stesso nel dì 30 di dicembre dell’anno presente fu conferita la prefettura di Roma, nella quale egli continuò per tutto l’anno seguente. Entrava l’Augusto Costantino nel dì 25 di luglio del presente anno nell’anno trentesimo del suo regno, o imperio cesareo. Il padre Pagi3368 pretende che questi fossero i tricennali dell’imperio augustale di Costantino, e che da lui nell’anno precedente fossero stati celebrati quei del cesareo. Ma, secondo i miei conti, avendo egli veramente preso il titolo di Augusto nell’anno di Cristo 307, non poteva aver principio nell’anno presente il trentesimo dell’augustale imperio. Nè può stare che egli nel precedente anno celebrasse i tricennali del regno cesareo, perchè nell’anno 305 non fu, per quanto abbiam detto, dichiarato Cesare, ma solamente nel 306. Comunque sia con grande magnificenza3369 e con una non minor divozione e pietà solennizzò Costantino questa festa, giacchè, fuorchè a Cesare Augusto, a niun altro degli imperadori era riuscito di giugnere così avanti nel godimento del regno. Perciò