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quanto egli si fosse allontanato da’ proprii Stati, e molto più come sieno incerti gli avvenimenti delle guerre, finalmente si lasciò piegare ad ascoltar l’inviato. Mostrossi egli irritato forte contra di Licinio, perchè senza suo consentimento, anzi ad onta sua, avesse creato un nuovo Cesare, cioè Valente, e volesse anche sostenere piuttosto quel suo famiglio3108 (che così il nominava egli) che un Augusto suo cognato. Però, se si aveva a trattar di pace, esigeva per preliminare la deposizion di Valente. Cedette in fine Licinio a questa pretensione, e fu dipoi conchiusa la pace. Se non è fallato il testo di Aurelio Vittore3109, Licinio levò appresso non solamente la porpora, ma anche la vita ad esso Valente. Per questa pace vennero in potere di Costantino l’Illirico, la Dardania, la Macedonia, la Grecia e la Mesia superiore. Restarono sotto il dominio di Licinio la Soria colle altre provincie orientali, l’Egitto, la Tracia e la Mesia inferiore3110, appellata da alcuni la picciola Scitia, perchè abitata ne’ vecchi tempi dalle nazioni scitiche. Così venne a crescere di molto la signoria di Costantino colle penne tagliate al cognato. Nel Codice Teodosiano3111 abbiamo una legge pubblicata da Costantino nelle Gallie nel dì 29 di ottobre di quest’anno; ma, siccome osservò il Gotofredo, sarà scorretto quel luogo, o pure il mese, non essendo probabile che Costantino tornasse sì tosto colà dopo la guerra fatta a Licinio.




Anno di Cristo CCCXV. Indizione III.
SILVESTRO papa 2.
COSTANTINO imperadore 9.
LICINIO imperadore 9.

Consoli

FLAVIO VALERIO COSTANTINO AUGUSTO per la quarta volta e PUBLIO VALERIO LICINIANO LICINIO AUGUSTO per la quarta.

Per attestare al pubblico la ristabilita loro unione, presero amendue gli Augusti il consolato in quest’anno. Truovasi Rufio Volusiano tuttavia prefetto di Roma nel dì 25 di febbraio, ciò apparendo da un decreto3112 a lui indirizzato da Costantino. Secondo il Catalogo de’ prefetti, dato alla luce dal Cuspiniano e dal Bucherio, in quella dignità succedette Vettio Rufino nel dì 20 d’agosto. Per la maggior parte dell’anno presente si trattenne l’imperador Costantino nella Pannonia, Dacia, Mesia superiore e Macedonia, per dar buon sesto a que’ paesi di nuova conquista, siccome attestano le leggi raccolte dal Gotofredo3113 e dal Relando3114. Ora si truova egli in Tessalonica, ora in Sirmio e in Cibala, ed ora in Naisso e in altre città tutte di quelle contrade. In una d’esse leggi inviata ad Eumelio, che si vede poi nell’anno seguente vicario dell’Africa, egli abolisce l’uso di marcar in fronte con ferro rovente i rei condannati a combattere da gladiatori negli anfiteatri, o pure alle miniere, per non disonorare, siccome egli dice, il volto umano, in cui traluce qualche vestigio della bellezza celeste. Fors’anche ebbe egli riguardo in ciò alla fronte, dove si faceva da’ cristiani la sacra unzione e il segno della croce, usato anche allora, per testimonianza di Lattanzio e di Eusebio. Truovasi egli parimente nella città di Naisso, dove era nato, che fu poi da lui abbellita con varie fabbriche, e quivi pubblicò una legge