Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/527

cacciati dai lor nemici, o pure per migliorar di paese, chiedendogli abitazione nelle terre romane, e promettendo fedeltà2622. A cento mila di costoro assegnò Probo campagne da coltivar nella Tracia, e costoro da lì innanzi furono assai fedeli al romano imperio. Non così fu de’ Gepidi, Grotunghi, o sieno Trutunghi, e Vandali, molte migliaia de’ quali ottennero anch’essi di fissar il piede nelle provincie romane, acciocchè le popolassero. Imperciocchè costoro, appena videro occupato Probo in guerreggiar contro ai tiranni (de’ quali fra poco parlerò), che si rivoltarono, e, parte per terra, parte per mare, gravissimi danni recarono a più contrade romane. Fu perciò obbligato dipoi l’imperadore Probo a volgere l’armi contra di que’ masnadieri, con opprimerli sì fattamente, che pochi ne ritornarono vivi all’antico loro paese. Abbiamo nondimeno da Zosimo che una parte de’ Franchi, la quale si era stabilita nel paese romano, fatta una sollevazione e raunata gran copia di navi, infestò la Grecia; passata dipoi in Sicilia, vi prese la città di Siracusa con grande strage di que’ cittadini; ed infine respinta dall’Africa, ebbe la fortuna, uscendo probabilmente dallo stretto di Gibilterra, di ritornarsene sana e salva nella Germania. Ancorchè manchino lumi per accertare il tempo in cui seguì e terminò la ribellion di Saturnino, parlandone Eusebio2623 sotto quest’anno, e non dissentendo Vopisco2624, a me non disdirà il farne qui parola. Vedemmo già un Saturnino tiranno sotto Gallieno; per consenso di tutti gli antichi storici2625, un altro di tal nome si sollevò a’ tempi di Probo. Trovansi medaglie2626, nelle quali l’un di essi è chiamato Sesto Giulio Saturnino, e l’altro Publio Sempronio Saturnino , amendue col titolo di Augusti, senza potersi ben chiarire qual d’essi appartenga al regno di Probo. Secondo il Tillemont2627, Sesto Giulio par quegli che in questi tempi si rivoltò. Zosimo il fa nato nella Mauritania; Vopisco cel dà oriondo dalle Gallie, cioè da un paese inquietissimo e facile a crear dei nuovi principi e a scuotere il giogo. Però Aureliano2628, avendolo fatto comandante dell’armi nelle frontiere dell’Oriente, specialmente ordinò che costui non entrasse mai nell’Egitto, ben conoscendo il carattere de’ Galli, e l’inquietudine e vanità degli Egiziani, avidi sempre di cose nuove. Si era segnalato Saturnino in varii posti militari e in diverse occasioni di guerra, di modo che egli si vantava di aver estinte le turbolenze delle Gallie, liberata l’Africa dalle mani de’ Mori, e data la pace alle Spagne. In somma era creduto il più bravo generale che si avesse a’ suoi di Aureliano. Probo Augusto lo amava anche egli forte, e fidavasi assaissimo di lui. Avea inoltre costui cominciato a fabbricare una nuova città in Antiochia, o pure un’Antiochia nuova2629, in non so qual paese. Ma essendo egli andato in Egitto contro il divieto, il popolo troppo volubile d’Alessandria lo acclamò improvvisamente Augusto. Saturnino, per operar da uomo di onore, fuggì di colà, e si ritirò nella Palestina; ma quivi tanto gli dovettero picchiar in capo gli amici suoi, rappresentandogli il pericolo di vivere privato dopo un tal fatto, che si lasciò indurre a prender la porpora e il titolo d’Augusto. Per altro, si dice2630 che egli mal volentieri si riducesse a questo; e fra le acclamazioni del popolo gli cadevano le lagrime dagli occhi, considerando gl’imminenti pericoli; e a chi gli facea coraggio, tenne un bel discorso intorno alla miseria de’ regnanti, e riconobbe