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ed altri vani usi, e con vietar l’uso della seta, perchè venendo questa allora solamente dall’India, ogni libbra di essa costava una libbra d’oro. Sarebbe da desiderare che anche a’ dì nostri nascessero degli Aureliani, per rimediare al lusso di certe città d’Italia, e alla pazza mutazion delle mode. Per altro godeva Aureliano Augusto che i privati abbondassero in vasi d’oro e d’argento. Trovandosi ancora molte terre incolte nella Toscana e Liguria, suo disegno fu di mandar colà a coltivarle le famiglie dei Barbari prigioni. Ma questi ed altri disegni, troncato il filo della sua vita, abortirono tutti. Credesi2576 che in quest’anno Felice papa fosse chiamato da Dio al premio delle sue fatiche, e che o per l’imminente o già insorta persecuzione non si elegesse il suo successore se non nell’anno seguente.




Anno di Cristo CCLXXV. Indizione VIII
EUTICHIANO papa 1.
TACITO imperadore 1.

Consoli

LUCIO DOMIZIO AURELIANO AUGUSTO per la terza volta e TITO NONIO MARCELLINO.

Annio, e non Avonio, nè Anonio, fu il nome del console. Per attestato di Vopisco2577 fu console sostituito Aurelio Gordiano, e nel dì 25 di settembre Velio Cornificio Gordiano. Sul principio di quest’anno opinione è che fosse promosso al pontificato romano Eutichiano. Nell’anno addietro l’Augusto Aureliano era passato nelle Gallie, verisimilmente per cagion di qualche ribellione, accaduta in quelle parti, ch’egli senza fatica estinse. La città di Orleans vien creduto che fosse rifabbricata da lui e prendesse il di lui nome. E perchè i Barbari erano entrati nel paese della Vindelicia, che abbracciava allora parte della Baviera, della Svevia e i Grigioni, Aureliano accorso a quelle parti, rimase il paese in pace con averne cacciati i nemici. Di là andò nell’Illirico, e probabilmente fu allora che scorta la difficoltà di poter sostenere la provincia della Dacia, oggidì Transilvania, posta di là dal Danubio, attorniata da troppi Barbari, prese la risoluzione di abbandonarla2578. A questo fine ritirò di qua dal fiume tutte le milizie e famiglie romane abitanti in quel paese, e lor diede parte della Mesia per abitarvi; paese che si nominò dipoi la Nuova Dacia, di cui dicono che Sardica divenisse la capitale. Da ciò si vede fallita l’immaginazione e il vanto dei Romani gentili, pretendenti che il loro dio Termine non rinculasse giammai, cioè non lasciasse mai perdere paese una volta unito al loro imperio. Altri simili esempli di questo loro inetto dio riferisce sant’Agostino2579. Verisimilmente svernò Aureliano in quelle parti, o pur nella Tracia nell’anno presente, applicato a mettere insieme un possente esercito per portar la guerra addosso a’ Persiani. Era egli invasato dal desiderio della gloria, e quanto più di grandi imprese egli avea fatto fin qui, a nulla serviva che maggiormente accenderlo per farne delle altre. Nè gli mancavano ragioni e pretesti contro la Persia, che già vedemmo aver prese l’armi in favor di Zenobia. Ma Iddio il colse nel punto2580 che i suoi ordini di ferro e fuoco contra dei cristiani erano già dati, e si doveano stendere per tutto l’imperio2581. Un fulmine caduto in vicinanza di lui e dei suoi cortigiani pure non fu bastante a rimuoverlo dalle prese risoluzioni. Per altra mano egli perì, siccome ora son per dire.