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ai talami de’ suoi soldati. Ne riportò anche il castigo2408. Trovandosi egli in Colonia, un cancelliere dell’esercito, irritato contra di lui per violenza usata a sua moglie, essendosi congiurato con altri, lo uccise. Il fanciullo Vittorino di lui figliuolo fu allora chiamato Cesare da Vittoria o sia Vittorina, avola sua paterna; ma nella stessa maniera che il padre, fu anch’egli ammazzato dai medesimi soldati. Così Trebellio Pollione, il quale, se son vere le medaglie riferite dal Goltzio e dal Mezzabarba2409, mal informato si scuopre di quegli affari. In esse medaglie veggiamo appellato questo fanciullo Caio Piavio Vittorino, e non già col suo titolo di Cesare, ma bensì d’Imperadore Augusto. Se fosse vero il racconto di Pollione, non vi restò tempo da battere monete in onore di questo piccolo Augusto. Il punto sta che siamo ben sicuri d’essere quelle monete fattura indubitata dell’antichità. Certamente è lecito il dubitarne. Dopo i due Vittorini, l’imperio delle Gallie fu da quelle milizie conferito ad un Mario, già stato fabbro ferraio. Eutropio2410 mette l’esaltazione di costui fra Lolliano e Vittorino; Trebellio Pollione2411 dopo Vittorino. Era costui salito in alto ne’ posti militari per l’estrema sua forza, di cui alcune prove rapporta Pollione. Ma un soldato, già di lui garzone nella bottega del suo mestiero, vedendosi sprezzato da lui o prima o dopo l’usurpato imperio, due o tre giorni dopo la di lui promozione, col ferro lo stese morto a terra, dicendo nel medesimo tempo: Questa è la spada che tu di tua mano fabbricasti. Allora Vittoria madre del vecchio Vittorino, che volea pur conservar l’acquistata sua autorità nelle Gallie, a forza di denaro indusse i soldati a proclamar Imperadore, forse nell’anno seguente, Tetrico suo parente, senatore romano, e governatore nell’Aquitania, provincia delle Gallie. Questi nelle medaglie2412 si trova nominato Publio Piveso, o, secondo un’iscrizione, Pesuvio Tetrico, con apparenza che alcuna di esse memorie patisca eccezione. Dicono ch’egli era anche stato console, e che portatagli questa lieta nuova a Bordeos, quivi prese la porpora. Suo figliuolo Caio Pacuvio Piveso Tetrico, ancorchè allora fanciullo, fu creato Cesare dalla suddetta Vittoria, la quale appresso (non si sa in qual anno) terminò i suoi giorni, aiutata, per quanto ne corse la voce, dal medesimo Tetrico, al quale piaceva di comandare e non d’essere comandato da lei. Continuò dipoi Tetrico la sua signoria non solamente nelle Gallie, ma anche nelle Spagne, fino ai tempi di Aureliano Augusto, siccome allora diremo. Fu di parere il Pagi2413 che Postumo regnasse nelle Gallie sino all’anno secondo di Claudio imperadore. Non mancano ragioni ad altri per crederlo ucciso sotto Gallieno. La lite non è per anche decisa; nè certo si può ben chiarire il tempo di tante rivoluzioni succedute in quelle contrade.




Anno di Cristo CCLXVII. Indizione XV.
DIONISIO papa 9.
GALLIENO imperadore 15.

Consoli

PATERNO e ARCESILAO.

Fin qui il valoroso Odenato da Palmira, dichiarato Augusto in Oriente, mostrava bensì unione con Gallieno imperadore, ma verisimilmente si facea conoscere per solo padrone delle provincie romane dell’Asia. Seguitava egli a far vigorosamente guerra ai Persiani, quando fu ucciso. Si disputa tuttavia intorno al tempo, al luogo e all’uccisore. Chi crede succeduta la di lui morte nell’anno precedente, chi nel presente. Certo è che circa questi tempi i Goti, o sieno