Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/489

menavano ogni sorta di buffoni, ed altre, nelle quali si rappresentavano le forze dei ciclopi. Per tutte in somma le strade altro non si vedeva che giuochi, e le acclamazioni dappertutto andavano al cielo. Comparivano in fine centinaia di persone, fintamente vestite, chi alla gotica, chi alla sarmatica, ed altre con abiti da Franchi e da Persiani. Con questa vana pompa, o sia con questa mascherata, si credeva l’inetto principe d’imporre al popolo romano, il quale in mezzo agli applausi si burlava di lui, mostrandosi favorevole, chi a Postumo, chi a Regilliano, il qual non dovea per anche essere ucciso; ed altri ad Emiliano e a Saturnino, che già si dicevano anch’essi rivoltati. I più nondimeno compiangevano la prigionia di Valeriano, a cui nulla pensava l’ingrato figliuolo. Accadde, che conducendosi fra la turba dei finti Persiani anche il re di Persia, come prigioniere (cosa che moveva il riso a tutti), alcuni buffoni si cacciarono fra que’ Persiani, guatando attentamente ognun d’essi in viso. Interrogati che cercassero con tanta premura, risposero: Cerchiamo il padre del principe. Gallieno, che mai non si risentiva all’udir parlare dell’infelice suo padre, e solamente mutava discorso con dire agli astanti: Cosa di buono avremo al pranzo? che solazzi abbiam da godere oggi? vi sarà egli spasso domani al teatro, al circo? avvertito della facezia di que’ buffoni, allora prese fuoco; e fattili imprigionare, li condannò ad essere bruciati vivi: sentenza e spettacolo che amareggiò sommamente il popolo, e talmente se ne dolsero i soldati, che ne fecero a suo tempo aspra vendetta.




Anno di Cristo CCLXIV. Indizione XII.
DIONISIO papa 6.
GALLIENO imperadore 12.

Consoli

PUBLIO LICINIO GALLIENO AUGUSTO per la sesta volta e SATURNINO.

Ho io prodotta un’iscrizione2371 posta a Lucio Albino Saturnino console, ma senza poter determinare se ivi si parli di Saturnino console di quest’anno. S’è fatta poco fa menzione di Saturnino, personaggio anch’esso usurpator dell’imperio in questi calamitosi tempi di Roma. Quel poco che ne sappiamo, l’abbiamo dal solo Trebellio Pollione2372, il quale non seppe nè pur egli dirci altro, se non che era uomo di prudenza singolare, di vita amabile, e che avea riportato più vittorie contra dei Barbari; ma senza poter assegnare nè il tempo, nè il paese, dove l’armata posta sotto il suo comando gli diede la porpora imperiale. Probabilmente egli comandava ai confini della Scizia. Ma perchè parve, nell’andar innanzi, troppo severo, que’ medesimi che gli aveano dato l’imperio, quello, insieme colla vita, gli tolsero. Maraviglia è come quello storico ed altri sì vicini a questi tempi sì poco sapessero di quegli avvenimenti. Per quello che riguarda Emiliano, mentovato anch’esso poco fa da Trebellio Pollione, non è per anche stabilita la serie de’ suoi nomi, perchè le poche medaglie che s’hanno di lui, lasciano dubbio d’impostura. Vien creduto non diverso da quell’Emiliano che, per attestato di Dionisio Alessandrino2373, perseguitò malamente i cristiani in Egitto. Era egli generale dell’armi romane in quelle stesse provincie2374, quando, insorta una briga per avere un soldato battuto un servo, a cui era scappato detto, essere migliori le scarpe sue che quelle