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assiso nelle terme di Bisanzio l’imperador Valeriano alla presenza dell’esercito e degli uffiziali del palazzo, sedendo alla destra sua Memmio Fosco (vuole dire Tosco) console ordinario di quest’anno, Bebio Macro prefetto del pretorio e Quinto Ancario presidente dell’Oriente; ed essendo assisi dalla sinistra Avulnio, ossia Amulio oppure Anolino, Saturnino duce posto ai confini della Scizia, Maurenzio destinato governator dell’Egitto, ed altri dei primarii uffiziali, l’imperadore a nome della repubblica ringraziò Aureliano, perchè avesse liberate dai Goti le provincie romane di quelle parti, e il regalò di quattro corone murali, di cinque vallari e di due navali, di due civiche, di dieci aste pure, di quattro bandiere di due colori, di quattro tonache ducali rosse, di due mantelli proconsolari, di una pretesta, di una tonaca palmata, di una toga dipinta, ec. Il designò2276 ancora console sostituito per l’anno seguente, con promessa di scrivere al senato che gli desse il bastone e i fasci consolari. Per tanta benignità anche Aureliano rendè umili grazie al generoso Augusto; dopo di che levatosi in piedi Ulpio Crinito duce dell’Illirico e della Tracia, destinato console in compagnia d’esso Aureliano per l’anno seguente, venne dicendo che, trovandosi egli senza successione, adottava per suo figliuolo il suddetto Aureliano, siccome persona meritevole d’ogni onore per la sua prudenza e valore, con fare istanza che l’atto suo fosse approvato e corroborato dall’imperadore presente: siccome fu fatto. Se ne ricordino i lettori, perchè vedranno a suo tempo esso Aureliano alzato alla dignità imperiale. Da Bisanzio passò poi l’Augusto Valeriano ad Antiochia, ma senza che apparisca s’egli vi arrivasse nel presente anno, o pur nel seguente. Intanto i Persiani, dopo il gran flagello recato ad Antiochia2277, passarono nella Cilicia e Cappadocia, dando il sacco e tutto quel paese. Aggiunge Giovanni Malala2278 che le loro scorrerie si stesero per tutto l’Oriente sino alla città di Emesa, non vi lasciando paese che non devastassero e bruciassero. Altri malanni ebbe l’imperio romano ancora dalla parte del Ponto Eusino, o sia del mar Nero2279, dei quali parleremo all’anno seguente. Sotto i consoli di quest’anno riferisce Trebellio Pollione2280 la ribellione di Decimo Lelio Ingenuo, generale dell’armi della Mesia e Pannonia, che fu acclamato imperadore da quell’esercito, e poscia abbattuto da Gallieno. Tuttavia è difficile il credere accaduta nell’anno presente cotal sollevazione, perchè Valeriano imperadore passò in vicinanza di quelle parti, nè in tempo tale costui avrebbe avuto tanto ardire; e pare che Gallieno, regnando il padre, non si fosse per anche abbandonato ai piaceri, come vien supposto da chi racconta questo fatto.




Anno di Cristo CCLIX. Indizione VII.
DIONISIO papa 1.
VALERIANO imperadore 7.
GALLIENO imperadore 7.

Consoli

EMILIANO e BASSO.

Zosimo2281, dopo avere scritto che i Borani, Goti, Carpi e Burgundi, popoli tutti da lui chiamati Sciti, portarono il terrore e la desolazione per ogni parte d’Italia e dell’Illirico, aggiugne che rivolsero i loro disegni e passi anche verso l’Asia. Probabilmente ciò avvenne dappoichè il valor d’Aureliano gli ebbe fatti sloggiare dalle provincie europee. Mancavano legni a costoro per passar forse dalla Taurica Chersoneso, o sia dalla Crimea, nelle terre dell’Asia, ma ne furono provveduti dagli abitanti di quei