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Anno di Cristo CCLV. Indizione III.
STEFANO papa 2.
VALERIANO imperadore 3.
GALLIENO imperadore 3.

Consoli

PUBLIO LICINIO VALERIANO AUGUSTO per la terza volta e PUBLIO GALLIENO AUGUSTO per la seconda.

Certo è che in Valeriano Augusto concorrevano moltissime di quelle belle doti e qualità che possono rendere gloriosi i regnanti, come la prudenza, l’affabilità, la gravità, e la lontananza dalla superbia e dal fasto. Il desiderio suo di accertar nelle buone risoluzioni, di rimediare ai disordini e di giovare al pubblico, per quanto era in sua mano, gli rendea cari tutti gli avvisi di chiunque suggeriva avvertimenti e regole di buon governo. Resta tuttavia una sua lettera2241 scritta a Balista, forse prefetto del pretorio, che gli aveva insinuato delle buone massime intorno al non permettere uffiziali inutili e soldati nelle guardie, che non fossero uomini sperimentati nel mestier della guerra. Raro giudizio ancora traspirava dalle elezioni ch’egli faceva degli uffiziali della milizia; e tutti coloro, che noi andremo vedendo ribellarsi a Gallieno suo figliuolo, e furono in concetto di personaggi dotati di molto valore e merito, erano creature di lui. Così Aureliano e Probo, che riuscirono dipoi insigni imperadori, da lui riconobbero il principio dell’alta loro fortuna. Secondo il catalogo del Bucherio2242, Lolliano fu da lui creato prefetto di Roma nell’anno precedente; Valerio Massimo nel presente. Contuttociò mancava di molto a Valeriano per divenire un eccellente imperadore. Egli non avea petto, nè quella forza di mente e di coraggio che serve ai principi grandi, per operare intrepidamente gran cose ne’ proprii regni, e per mettere il cervello a partito ai nemici de’ suoi regni2243. La prudenza sua scompagnata da questo vigore il rendeva diffidente e troppo guardingo, per timor sempre di non errare. L’inoltrata sua età contribuiva non poco ad indebolir ancora l’animo suo. Contuttociò s’applicò egli bravamente agli affari; ed in vero sotto di lui egregiamente procedeva il governo civile dei popoli. Ma si cominciarono a scatenar2244 disastri da ogni parte. Durava tuttavia la peste; le nazioni germaniche verso il Reno facevano frequenti scorrerie nella Gallia; le scitiche, passato il Danubio, andavano desolando la Tracia, Mesia e Macedonia; e i Persiani dal canto loro non cessavano d’infestar la Mesopotamia e la Soria. Mancano a noi storie che mettano per ordine e riferiscano ai lor anni proprii que’ fatti. Troviamo anche nelle medaglie di quest’anno2245 mentovata una vittoria degli Augusti, ma senza che apparisca in qual paese e contra chi fosse riportata. In una lettera2246 scritta da Valeriano Augusto a Ceionio Albino prefetto di Roma nell’anno seguente, e in alcuni altri dipoi, egli chiama Aureliano, che fu dipoi imperadore, liberatore dell’Illirico e ristoratore delle Gallie. Potrebbe essere che questi nell’anno presente desse qualche buona percossa ai Goti che malmenavano l’Illirico, ovvero ai Germani che sconciamente infestavano le galliche contrade. Abbiamo ancora nel Codice2247 un rescritto fatto in quest’anno dagli imperadori Valeriano e Gallieno, e da Valeriano nobilissimo Cesare. Chi sia questo Valeriano Cesare, s’è disputato fra gli eruditi, e resta tuttavia indecisa la lite. I più l’hanno creduto Publio Licinio Valeriano, secondogenito di Valeriano Augusto; ma il padre Pagi2248