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profumi dappertutto; e tutti i senatori magnificamente coi loro roboni il corteggiavano col popolo affollato, che assordava il cielo con viva e con alte acclamazioni, gareggiando ognuno per mirar questo novello padrone. Con tal pompa andò Severo al Campidoglio, dove nel tempio di Giove fece i sacrifizii; e dopo aver visitato altri templi, passò a riposar nello imperial palazzo. Il resto delle azioni sue spettanti a quest’anno mi sia lecito di riserbarlo al seguente.


Anno di Cristo CXCIV. Indizione II.
VITTORE papa 9.
SETTIMIO SEVERO imperad. 2.

Consoli

LUCIO SETTIMIO SEVERO AUGUSTO per la seconda volta, e DECIMO CLODIO SETTIMIO ALBINO CESARE per la seconda.

Si sa che Severo Augusto era stato ornato di un consolato straordinario, con avere avuto per suo collega Apulejo Rufino; ma non se ne sa l’anno. Molto meno ci è noto quando Albino fosse console la prima volta. Ci assicurano le medaglie1569 che anch’egli procedette in quest’anno console per la seconda volta. Severo, che con questi onori voleva addormentarlo, fece anche battere monete ad onor suo; sicchè ognun lo avrebbe creduto il Beniamino di Severo. Il nome di Settimio a lui dato nelle stesse medaglie ci fa intendere che Severo lo avea adottato per figliuolo; se con retto cuore poi, non istaremo molto ad avvedercene. In una iscrizione riferita dal Cupero e dal Relando1570, Albino console è chiamato Lucio Postumiano. Ma venendo quel marmo dal magazzino fallace del Gudio, non se ne può far capitale; quando pur non volessimo che ad Albino Cesare, appellato nelle medaglie Decimo Clodio, fosse sostituito un altro Albino: il che non è credibile. Venga ora meco il lettore a conoscere chi fosse Lucio Settimio Severo nuovo Augusto1571. Era egli per nascita Africano, perchè venuto alla luce in Leptis, città della provincia Tripolitana, nell’anno 146 della nostra Era, a dì undici d’aprile. Senatoria fu la sua famiglia. Due suoi zii paterni erano stati consoli. Suo padre portò il nome di Marco Settimio Gela. Esso Settimio Severo giovinetto studiò lettere latine e greche in Africa1572; gran profitto fece nell’eloquenza e nella filosofia de’ costumi; e venuto dipoi in età di diciotto anni a Roma fu condiscepolo di Papiniano1573, studiando la giurisprudenza sotto Scevola, insigne legista di questi tempi. Nondimeno Dione1574, che intimamente il conosceva, trovò in lui un buon genio, ma non molta abilità per l’eloquenza e per le scienze. Diedesi anche a far l’avvocato, ma con poca fortuna. Aveva egli portato seco a Roma il fuoco africano1575; e però la sua gioventù fu piena di furore, ed anche di delitti, ed accusato una volta d’adulterio, la scappò netta per grazia di Salvio Giuliano, di cui poscia procurò la rovina. Sotto Marco Aurelio entrò negli impieghi civili, poscia nei governi; e trovandosi in Africa legato del proconsole, si racconta che, camminando egli a piedi un giorno colle1576 insegne avanti della sua dignità, un uomo plebeo della sua patria Leptis, vedutolo in così nobil carica ed accompagnamento, per allegrezza corse buonamente ad abbracciarlo, dicendogli: O paesano caro. Severo gli fece dare una man di bastonate per esempio agli altri, affinchè più rispettassero i magistrati romani. Scrivono ancora ch’egli consultò uno strologo africano, il quale, veduta ch’ebbe la di lui genitura, gliela restituì dicendo: Dammi la tua, e non quella degli altri. Giurò Severo, che era la sua; ed allora gli fu predetto quanto poscia avvenne. Di sì fatte predizioni e