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la vita a Quinziano, a Quadrato, ad Eletto, mastro anch’esso di camera di Commodo1448; e per attestato di Lampridio1449 1450, fecero il medesimo fine Norbana, Norbano e, Parelio colla madre sua. Il peggio fu, che il pugnale e l’assalto di Quinziano, e più le parole da lui proferite, restarono talmente impresse nella mente di Commodo, che sempre gli parea d’aver davanti agli occhi quello spettacolo, e da lì innanzi cominciò ad odiar tutti i senatori, come se veramente tutti avessero cospirato contra di lui, ed ordinato a Quinziano di fargli quel brutto complimento. Seppe ben prevalersi di questa congiuntura Perenne, per empiere di paura l’incauto principe, ed accrescere i suoi odii contra de’ più ricchi e potenti, con lavorar poi di calunnie a fine di processarli, e di arricchir sè stesso coi loro beni.
Anno di | Cristo CLXXXV. Indizione VIII. ELEUTERIO papa 15. COMMODO imperadore 6. |
Consoli
MARCO CORNELIO NEGRINO CURIAZIO MATERNO e MARCO ATTILIO BRADUA.
Il Relando1451 non mette se non i cognomi di Materno e Bradua. Al Panvinio1452, seguitato dal padre Pagi1453, parve il primo Triario Materno, solamente perchè sotto Pertinace si trovava un senatore di tal nome: pruova troppo fievole. Gli ho io dato que’ nomi, mosso da un’iscrizione da me pubblicata nella mia raccolta1454. Il nome dell’altro console Bradua si raccoglie da un’iscrizione dello Smirne, che pur ivi si legge. Trovandosene un’altra posta MATERNO ET ATTICO COS., potrebbe essere che questo Attico fosse stato sostituito a Bradua. Sino all’anno presente arrivò la vita di santo Eleuterio romano pontefice, secondo la cronica di Damaso1455. Nel martirologio egli porta il titolo di Martire; ma non è certo ch’egli desse il capo per la confessione della religion di Cristo. Saggiamente osservò il cardinal Baronio1456, che ne’ primi secoli il nome di Martire fu conferito a coloro eziandio che sofferirono vessazioni o tormenti per la fede di Cristo, benchè non morissero ne’ tormenti. San Cipriano non ce ne lascia dubitare. Al che si dee avere riguardo anche per altri primi romani pontefici, tutti ornati di sì glorioso titolo, senza che resti più precisa memoria della lor morte nel martirio. Per questa cagione alcuni d’essi da santo Ireneo, celebre vescovo di Lione, che fiorì in questi tempi, sono considerati solamente come Confessori. A santo Eleuterio fu sostituito Vittore nella cattedra di san Pietro, i cui anni cominceremo a contare nell’anno seguente, seguendo la cronologia del padre Pagi e del Bianchini. A me sia lecito di riferire a quest’anno altri sconcerti della corte di Commodo e della nobiltà romana. Gran riputazione e potenza godeva in quella corte Antero, infame suo liberto1457. Era costui stato alzato al grado di mastro di camera da Commodo, a cui nello stesso tempo serviva per ministro nelle disonestà. L’odio universale contra di questo cattivo strumento cresceva ogni dì più, e andava poi a terminare contra dello stesso Commodo, il quale spasimava per lui. Sofferì un pezzo Tarrutino o sia Tarrutenio Paterno, prefetto del pretorio, costui; ma finalmente un dì rotta la pazienza, fattolo con galanteria uscir di palazzo col pretesto d’un sagrificio, nel tornare che egli faceva a casa, il fece assassinare ed uccidere da alquanti sgherri. Diede nelle smanie Commodo per questo, e ne fu più cruccioso di quel che fosse stato nel