Pagina:Annali d'Italia, Vol. 1.djvu/300

volta Imperadori. Adunque l’armi loro riportarono qualche vittoria, e questa non potè essere se non contro ai Parti, perchè quella de’ Marcomanni fu più tardi. Oltre di che in esse monete si truova espressa la Vittoria Partica. Giusto motivo dunque ci è di credere, che Avidio Cassio generale de’ Romani continuasse le conquiste e i saccheggi contra de’ Parti nell’anno presente, e fosse allora appunto, ch’egli arrivò sino alla Media, onde poi ai titoli d’Armeniaco e Partico aggiunse Lucio Vero1242 quello di Medico, del quale nondimeno non si ha vestigio nelle medaglie. Dovette Cassio internarsi cotanto in que’ paesi, che corse voce aver egli infin passato il fiume Indo, benchè si possa ciò credere finto da Luciano1243, per mettere in ridicolo gli storici che scrivevano allora cose spropositate per esaltare i loro eroi. Abbiamo poi da Dione1244, che Cassio, nel tornare indietro, perdè gran copia de’ suoi soldati, parte per mancanza di viveri, e parte per malattie; e che con quei che gli restarono, si ridusse in Soria, la qual vasta provincia a lui fu poscia data in governo. Come finisse l’impresa suddetta, non ne parla la storia. Verisimilmente si venne fra i Romani e Vologeso a qualche trattato di pace; ed apparenza c’è, che della Mesopotamia, o almeno di una parte di essa rimanessero padroni i Romani. Lucio Vero Augusto, che tuttavia dimorava in Antiochia, si gonfiò forte per così prosperosi successi. Avea spedito l’imperador Marco Aurelio in quelle parti1245 Annio Libone suo cugino germano, con titolo di legato, o sia di luogotenente, cioè con molta autorità. Questi non istette molto ad ammalarsi e a1246 morire in fretta. Perchè egli con insolenza avea cominciato ad esercitar la sua carica, e mostrava poca stima di Lucio Vero, con dire nelle cose dubbiose, che ne scriverebbe a Marco Aurelio; vi fu chi credette per ordine d’esso Vero Augusto abbreviata a lui la vita col veleno. Ma o nol credette, o fece finta di non crederlo Marco Aurelio; anzi venuto il fratello a Roma, e volendo dar per moglie ad Agaclito suo liberto la vedova d’esso Libone, Marco Aurelio, benchè se l’avesse a male, pure intervenne al convito di quelle nozze. Sbrigato dunque dalla guerra de’ Parti, dopo cinque anni, come dice Capitolino1247, Lucio Vero se ne tornò, prima che terminasse quest’anno, a Roma; menando seco, non già dei re vinti, ma un gregge di commedianti, buffoni, giocolieri, ballerini, sonatori ed altra simil sorta di gentaglia, di cui specialmente si dilettavano i popoli dell’Egitto e della Soria, troppo dediti ai divertimenti; di modo che pareva, ch’egli fosse ritornato non da una vera guerra, ma da un serraglio di persone da lusso e sollazzo. Questi erano i trofei di un tale Augusto, tutto il rovescio del savissimo imperador suo fratello, dimorante in Roma, e solamente intento al pubblico bene.




Anno di Cristo CLXVII. Indizione V.
SOTERO papa 6.
MARCO AURELIO imperad. 7.
LUCIO VERO imperadore 7.

Consoli

LUCIO ELIO AURELIO VERO AUGUSTO per la terza volta e QUADRATO.

Secondo i conti del padre Pagi1248, Marco Aurelio e Lucio Vero Augusti fecero nell’anno precedente la lor solenne entrata in Roma da trionfanti per la guerra compiuta contro i Parti e gli Armeni. Secondo quei di Mezzabarba1249, che sembrano meglio fondati, il trionfo loro succedette nell’anno presente; per la qual suntuosa funzione Lucio Vero