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XXXVII PREFAZIONE DI L. ANTONIO MURATORI XXXVIII

nati solamente per la rovina altrui, e in fine ancor per la propria. Scatenossi poi il Settentrione contro l’italiche contrade, con introdurvi la barbarie de’ costumi, l’ignoranza ed altri malanni. Finalmente cominciarono le guerre a divenire il pane d’ogni giorno nell’Italia, e le pazze e furiose fazioni dei Guelfi e Ghibellini per parecchi secoli sconvolsero le più delle città: di maniera che nella Storia d’Italia assai maggior copia troviamo di quel che può rattristarci, che di quello che è possente a dilettarci. Ma questo non è male della sola Italia. Anche nell’altre nazioni si fan vedere queste medesime brutte scene, così avendo Iddio formato il mondo presente, con volere che più in esso abiti il pianto che il riso, acciocchè ognuno si rivolga a cercarne un migliore, di cui dà una dolce speranza la Fede santa che professiamo. Intanto fra le altre utilità che reca la storia, da noi riconosciuta per una delle efficaci maestre della vita umana, non è picciolo quello che io andrò talvolta ricordando ai lettori. Cioè, che nel mirare sì rozza e sconvolta, sì malmenata ed afflitta in tanti diversi passati tempi l’Italia, possente motivo abbiamo di riconoscersi anche per questo obbligati a Dio, cioè per averci riserbati a questi giorni, non esenti certamente da mali, ma pure di lunga mano men cattivi e dolorosi de’ vecchi secoli.