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lasciar traspirare i suoi lamenti, Adriano gli levò quella carica prima del tempo consueto. L’aver egli in tal congiuntura scoperta una tal contrarietà a’ suoi voleri, con parergli anche per la sua malattia di essere oramai sprezzato dal senato, cominciò a farlo prorompere in alcune azioni di crudeltà. Si credettero alcuni, che naturalmente Adriano inclinasse a questo vizio, e se ne astenesse per la sola paura, tenendo davanti agli occhi il fine di Domiziano. Ma Dione1 lo niega, e da quanto abbiam detto finora, può apparire che solamente per qualche esaltazion di bile incrudelì. Si aggiunse in questi tempi una fastidiosa malattia, che gli svegliò il mal umore e la rabbia non solamente contra degli altri, ma infin contra di sè stesso: il perchè venne meno in lui la mansuetudine e la clemenza. Si sa ch’egli fece morire Serviano suo cognato, cioè marito di Paolina sua sorella già defunta2. Fin qui l’aveva egli amato ed onorato sopra gli altri; l’avea promosso al terzo consolato, e sempre usciva ad incontrarlo fuori della camera, ognivoltachè sapeva il di lui arrivo al palazzo. Ma dappoichè fu compiuta l’adozione di Antonino, nacque sospetto in Adriano, che Serviano, benchè vecchio di novant’anni, meditasse di salire sul trono, deducendolo dall’aver egli mandata la cena ai servi della corte; dell’essersi un dì messo a sedere con gran possesso sulla sedia imperiale che stava a canto del suo letto, e dall’esser entrato pettoruto nel quartier de’ soldati, quasi per farsi conoscere tuttavia atto al comando. Dione3 espressamente scrive, che Serviano e Fosco di lui nipote si risentirono per l’elezione di Antonino, credendosi aggravati perchè Adriano avesse anteposto chi non era parente ad un nipote di sua sorella. Perciò Adriano li fece uccidere amendue. Raccontano che Serviano prima di essere strangolato, [p. 482]si fece portar del fuoco, e messovi dell’incenso, come in atto di sacrifizio, disse: Voi immortali dii, che ho per testimoni della mia innocenza, prego di una sola grazia, cioè che Adriano, benchè ardentemente brami la morte, non possa morire. Forse fu una frottola inventata per quello che poscia avvenne. Di altri che fossero uccisi per ordine di Adriano, non parla Dione, che pur fu più vicino a questi tempi. Ma Sparziano scrive che parecchi altri furono levati dal mondo o scopertamente o per insidie; e corse fin voce, che Sabina Augusta, la qual forse finì di vivere in questi tempi, per veleno datogli da Adriano terminasse i suoi giorni. Sparziano la tien per una favola. In fatti niuno è più soggetto alle dicerie del popolo che i gran signori. Aurelio Vittore4, benchè più lontano da questi tempi, arrivò a scrivere che Adriano, prima di morire, fece ammazzar molti senatori; che Sabina per gli strapazzi a lei usati dal marito, volontariamente si diede la morte; e ch’ella pubblicamente sparlava del genio crudele di Adriano, con aggiungere di aver fatto il possibile di non restare gravida di lui, temendo di partorire qualche mostro pernicioso al genere umano. È a noi permesso il credere che con qualche verità sia mischiata una buona dose di falso. E se non falla Capitolino5 in dire, che Marco Aurelio adottato per ordine di Adriano da Antonino, era figliuolo di un fratello di essa Sabina; non sembra già che Adriano nudrisse così mal animo contro la moglie. Contuttociò convengono tutti gli storici in dire, che il merito di tante belle azioni fatte da Adriano parve un nulla al senato in confronto della morte da lui data sul principio del suo governo ai quattro personaggi consolari, e agli altri sul fin di sua vita, contro replicate promesse da lui fatte, di maniera che si era messo in testa il medesimo senato di non voler accordare gli onori consueti

  1. Dio, lib. 69
  2. Spartianus, in Hadriano.
  3. Dio, lib. 69
  4. Aur. Victor., in Epitome.
  5. Capitolin., in Antonino Pio.