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413 ANNALI D'ITALIA, ANNO CXII. 414

quest'anno appartenesse la celebre lettera1 da lui scritta a Trajano intorno ai Cristiani. Era cresciuta a dismisura in quelle parti, non meno che nell’altre dell’Oriente, la religione di Cristo; e si scorge che Plinio avea ricevuto ordine da Trajano di processare e punire i di lei seguaci. Plinio ne fece diligente ricerca; ma ritrovato, più di quel che credea, esorbitante il numero de’ Cristiani di ogni sesso ed età; e, quel che più importa, dopo maturo esame scoperto, ad altro non tendere questa religione, che a professar la pratica delle virtù, e l’abborrimento ai vizi, volle prima informarne Trajano, per sapere come s’avea da condurre in circostanze tali. Abbiamo anche la risposta dell’imperadore, che gli comanda di non fare ricerca de’ Cristiani; ma se saranno denunziati, e trovati costanti nella lor fede, sieno puniti, con perdonare a chi proverà di non esser tale, sagrificando agli dii, e col non badare alle denunzie orbe, cioè date contra di loro, senza il nome dell’accusatore. Tertulliano2, ben informato di queste lettere, fa conoscere l’ingiustizia di Trajano in non volere che sieno ricercati come innocenti, e in volerli puniti, se accusati. Però continuò la persecuzione come prima: e quantunque non mancassero degli apostati, pure senza paragone maggior fu il numero degli altri, che amarono piuttosto di sofferir coraggiosamente la morte, che di sagrificare ai falsi dii del Gentilesimo. Crede il padre Pagi3, che sia piuttosto da riferire al seguente anno la lettera di Plinio. Il vero è, che non si può accertar questo tempo.


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Anno di Cristo CXII. Indizione X.
Alessandro papa 5.
Trajano imperadore 15.


Consoli


Marco Ulpio Nerva Trajano Augusto per la sesta volta e Tito Sestio Africano.


Possiam credere che a quest’anno appartengano due opere di Trajano, fatte prima d’imprendere la spedizione verso l’Armenia, delle quali fa menzione lo storico Dione4. Cioè l’erezione in Roma di alcune biblioteche, e la fabbrica della piazza, che fu poi appellata di Trajano, nel sito, dove anche oggidì si mira la sua colonna. Un tesoro impiegò Trajano in formar questa piazza, perchè gli convenne spianare una parte del Monte Quirinale, e servendosi di Apollodoro insigne architetto, ornò in varie maniere tutta la circonferenza di bei portici, e l’atrio di alte e grossissime colonne con capitelli e corone, e con istatue e ornamenti di bronzo indorato, rappresentanti uomini a cavallo e arnesi militari. Nel mezzo dell’atrio si vedea la statua equestre d’esso Trajano. Era sì vaga e sì magnifica tal fattura per altre giunte fattevi da Alessandro Severo imperadore, che restava incantato chiunque la mirava. Ammiano Marcellino5 scrive, che venuto a Roma Costanzo Augusto, allorchè giunse alla piazza di Trajano, fattura che non ha pari tutto il mondo, e che mirabil sembra fino agli stessi dii (così uno storico pagano), rimase attonito all’osservar quelle gigantesche figure e tanti begli ornamenti. E Cassiodoro6 anch’egli scriveva, che a’ suoi tempi, per quanto si andasse e riandasse alla piazza di Trajano, sempre essa compariva un miracolo. In somma non vi fu opera fatta da Trajano, che non desse a conoscere che il suo bel genio era impareggiabile, e il suo buon

  1. Plinius lib. 10, epist. 97 et 98.
  2. Tertullianus, in Apologetico, cap. 2.
  3. Pagius, in Crit. Baron.
  4. Dio., lib. 68.
  5. Ammianus Marcellinus, lib 16, c. 10.
  6. Cassiodorius, Var., lib. 7, c. 6.