Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 78 — |
Quest’ultimo particolare interessò più che tutto il resto della storia. Annalena e lo zio Dionisio domandarono:
— Come? Come?
— Sì, ho picchiato da Urbano e, senza dirgli con chi ero, gli ho domandato la carrozza ed il cavallo. E lui me li ha prestati fino a domani.
— Tu non sei entrato da lui?
— Sono entrato fino alla rimessa. Lui veramente m’invitava in casa, perchè là dentro la festa si faceva, sì, e tutto era illuminato, sebbene la moglie di lui sia ammalata davvero: io però non ho accettato. Isabella mi aspettava nella strada.
— Non ti disse come sta la moglie?
— La moglie sta sempre lo stesso: ha cento malanni, ma è lei che crede di averli: il suo vero male è al cervello.
— E la figlia?
Le domande non finivano mai; poichè questo Urbano Giannini era per la famiglia Bilsini un personaggio importantissimo: era il ricco fabbricante di scope che aveva loro affittato la casa e la terra; il padrone, insomma.