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nini, mentre il parroco gli porgeva da leggere una lettera, l’afferrò per il braccio e la costrinse a restare. Poi egli lesse ad alta voce la lettera. Era della Madre Superiora di un convento dei dintorni, diretta al parroco.
«Mercoledì scorso, verso sera, si presentò qui, chiedendo rifugio, una giovinetta che dapprima fu scambiata per una fanciulla dodicenne. Dietro le sue affermazioni, di essere sola, orfana, perseguitata, fu per la notte accolta nel nostro convento. Il giorno dopo, da me interrogata, dichiarò di essersi spontaneamente allontanata dalla sua casa, spinta da una irresistibile vocazione religiosa; e mi pregava di accoglierla come novizia. Ma le referenze da lei date sul suo stato di famiglia non corrisposero al vero; onde fu ripresa e minacciata di denunzia. Ella cadde in grande prostrazione e malore, con febbre alta: solo questa mattina si riebbe e confessò di chiamarsi Lia Giannini, figlia dell’industriale Signor Urbano Giannini, di Casalotto, e di intendere realmente di fortemente seguire la sua vocazione religiosa. Dice di aver questa notte sognato il padre morente, ed è ancora in grande agitazione e pena. Onde mi rivolgo d’urgenza alla Signoria Vostra Reverendis-