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gior bene sulla terra: il lavoro. E poi la terra deve essere fecondata dal sudore dell’uomo e delle bestie, altrimenti i suoi frutti non hanno sapore: tuttavia nel vedere adesso il nuovo strumento rimaneva perplesso.
In realtà le bestie faticavano di meno, ed il lavoro procedeva rapido, la terra balzava su più folta che sotto l’aratro ordinario, quasi con molle obbedienza, come l’onda scavata dal remo; e l’odore delle radici dava l’impressione che lo scasso fosse di una grande profondità.
Arrivato in cima al campo, Osca fermava il carrino, per dar tempo alle bestie di riprendere respiro, ed esse brucavano qualche foglia, ansando come se bevessero: allora egli balzava a terra e si piegava a guardare e toccare tutti i congegni dello strumento come un bambino col suo giocattolo nuovo.
Dapprima fu Gina che, col viso viola, affannata, ma più per la novità dell’avvenimento che per il dolore dello stesso, venne di corsa a dare la misteriosa notizia.
— La Lia del Giannini è scomparsa: da mercoledì; è andata dai nonni e non è più tornata. È sparita nel viottolo dei Gelsi: l’hanno rubata, certo. Ed i suoceri volevano ammazzare il Giannini. Egli sembra