Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/174


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— Tua figlia dov’è?

— È dai nonni. Ma oggi mi disse che vuol tornare a casa.

— Fa bene. Ella ricostruirà la tua casa: prenderà marito, avrà dei figli. Il Signore vi aiuterà e vi conforterà.

— Speriamo, — egli disse, sospirando! e parve anche lui uscire dal suo incubo. Guardò la distesa del frumentone, vide sullo scalino della porta una grossa pannocchia ancora intatta, luccicante e filigranata come un gioiello, la prese in mano, ne contò in lungo ed in giro i chicchi disposti con ordine meraviglioso e fece il calcolo di quanti potevano essere: infine la pesò sulla palma della mano. — Avrà per mezzo chilo di chicchi, — disse, accarezzandola. — Dio benedice te e la tua famiglia, e questo mi fa piacere.

— Abbiamo lavorato tanto, — ella sospirò, quasi scusando la sua fortuna.

Egli ribattè:

— Anch’io ho lavorato tanto, ma Dio s’è dimenticato di me; — poi andò incontro allo zio Dionisio che rientrava dai campi accompagnato dallo stato maggiore dei bambini e del cane.