Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/159


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— Giocano a carte.

— Anche il pretino?

Al ricordo di Baldo, con la testa dorata china sul libretto religioso, ella si riprese del tutto: sorrise e rispose con allegria:

— Eh, no, quello lì è sempre coi suoi santi.

— E fa bene ad esserlo, questa notte specialmente che i diavoli sono tutti in giro. Annalena, vuoi che venga da voi? Mi vieni ad aprire?

Anche la sua voce, così attraverso la siepe, aveva i toni misteriosi di quella notte fatta di splendore e di tenebre: era triste e calda, gonfia di disperazione e d’invito. Non era forse davvero la voce della Tentazione?

Lo era, sì, e la donna se ne sentiva tutta avvolta e tratta come da una rete di fuoco. Ma ci si dibatteva dentro, e per dimostrare a sè stessa che doveva, che voleva, e sopratutto poteva salvarsi, rispose, quasi sfidando l’uomo.

— Adesso vengo ad aprire.