Pagina:Annalena Bilsini, di Grazia Deledda, Milano, 1927.djvu/156


— 146 —


— Invecchiando si diventa pazzi. Coraggio e forza, Annalena; passerà anche questa.

Ma il pensiero dell’uomo non l’abbandonava: a momenti sentiva la grande persona di lui, calda di bramosia, soverchiarla e stringerla, e le dita le si gelavano per l’angoscia del desiderio: subito però si scuoteva e si riprendeva. Così la terra intorno a momenti si anneriva d’ombra torbida e tosto si rischiarava, per il gioco della luna fra le nuvole correnti.

— Un temporale è in giro: passerà; e speriamo non porti la grandine.

L’inquietudine per questo pericolo la distrasse: guardò il campo del frumento, già con le spighe gravide, guardò il campo ove le saggine sorgevano come giovani palme, e pensò ch’era tempo anche di sorvegliare le galline contro la volpe che s’agguata facilmente dove la vegetazione è alta e fitta.

Così, Annalena, dovresti tu pure sorvegliarti contro la volpe del tuo cuore.

Le venne da ridere, perchè le parve fosse Baldo, con la sua voce da predicatore, a parlare così; poi mentre la luna riappariva fra le creste nere delle nuvole, in uno spazio di cielo simile ad un lago alpino,