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sti, nel viso rosso quadrato, brillavano di gioia.
— Rassomiglia tutto al mio Pietro, — disse rallentando le redini; e parve voler prendere anche lei uno slancio impetuoso. Il brontolìo del vecchio la frenò.
— Bello, il tuo Pietro.
— Sicuro, è bello, il mio Pietro, — ella pensò, mentre il suo viso si ricomponeva nella sua solita durezza bruciata da una volontà senza concessioni: — bello, ma prepotente e malvagio. È la mia croce, l’unico ramo storto della famiglia, che ancora non ho saputo raddrizzare. Ma c’è tempo ancora.
— Zio Dionisio, — disse poi al vecchio, che del resto indovinava tutti i pensieri di lei, — Pietro mi ha scritto. Ho ricevuto la lettera mentre si caricava il carro: ve la farò poi leggere.
— Ho veduto il portalettere. Che dice, quel bel tipo?
— Dice che sta bene, che è grasso, che fa l’attendente presso un capitano scapolo, il quale lo manda a far passeggiare il suo cavallo ed a portare fiori e regali alla fidanzata. Dice dunque che è contento della vita militare e che pensa nientemeno di prendere la ferma.