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la vita in famiglia 57

sporche di terra, e le scarpe rotte. Ogni castigo, ogni avvertenza riusciva vana.

Laggiù c’era una specie di grotta dove i piccoli Velèna accendevano il fuoco e cuocevano della vivande, merendavano, invitavano le amiche che passavano per caso nello stradale. Spesso Caterina e Antonino tornavano di scuola con due o tre compagni che conducevano nell’orto. Pranzi, cene, partite da caccia, rappresentazioni e giochi si succedevano vorticosamente. Si cantava in coro, si diceva la messa e si eseguivano dei funerali.

Delle volte Anna si stancava: si siedeva sul muro donde dominava la scena, coi foltissimi capelli semisciolti, presa da un improvviso malumore, mentre Caterina, inebbriata dal gioco saltava, gridava, volava. Quasi tutti i giorni accadevano delle liti, o fra Antonio e Caterina, o fra Caterina e Annicca.

Uno di essi allora rientrava a casa piangendo, ma siccome nessuno gli dava ragione, finiva col tornare laggiù.

— Non studiano, non lavorano, non pensano a nulla, — diceva la signora Maria,