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i primi giorni 37

filo fine, rassomigliava tanto a Paolo Velèna, che Annicca si voltò di nuovo, cercando gli occhi di Lucia, per interrogarla se quello lì era davvero lo zio. Lucia si accorse di qualche cosa e allungò la mano, sfiorando la spalla della cugina e dicendole:

— Sta attenta....

Annicca sussultò sulla sedia, perchè la voce del predicatore, nel pronunziare l’epigrafe latina, era terrilbilmente tetra e sonora. Cominciò la predica.

Nel raccoglimento solenne della folla, solo due signorine si ostinavano a pispigliare fra loro davanti ad Anna, che ne restò scandolezzata oltre ogni dire. Del resto essa era tutta intenta alla predica, con la testa sollevata. Non aveva mai veduto nè sentito cose simili.

La voce del roseo predicatore si spandeva per la chiesa, sotto l’immenso paravoce di stoffa color d’oro, a momenti dolce e soave come una cantilena, a momenti fragorosa come un uragano; risuonava, scendeva, sfumava nella penombra delle cappelle, tornava, come respinta, ripercossa dall’eco delle navate. I santi