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i primi giorni 31

vivacità e per le sue stesse stranezze, ma nel tempo stesso veniva trattata quasi con rigore, tanto che delle volte essa ne piangeva, dicendosi infelicissima. Temeva più la madre che il babbo, e più Sebastiano che la mamma.

Non si fece ripetere l’ingiunzione: andò a studiare, e Annicca disse timidamente:

— Datemi da lavorare, ora....

Dopo essersi fatta pregare, Angela le porse un paia di calze: Annicca si infilò il ditale di Lucia e prese l’ago con tanta buona grazia che Maria Fara ne restò incantata.

L’indomani, venerdì, le signorine Velèna e Annicca accompagnate da Cesario, dopo una lunga passeggiata andarono alla conferenza religiosa, a Santa Croce, giacchè si era di quaresima.

Caterina, di ritorno da scuola, le raggiunse giusto appunto mentre varcavano l’ingresso della chiesa, e Annicca ne restò molto contenta perchè potè farle nascondere entro il manicotto un mazzo di margherite portate dalla passeggiata.

— Gettatele via, — disse Cesario, seccato.