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26 | i primi giorni |
molte, più di sedici. Cosa ne facciamo, dici? Eh, c’è gente da mangiare in casa e le uova sono tanto necessarie, sai. Io conosco le uova che fa questa gallina e le uova che fa quest’ altra. Ogni sera le ritiro io le galline, dal cortile alla stalla, spingendole con una canna. Son tutta brava gente.
— Come si chiaman questi gattini? Oh, che bellini! — disse Annicca toccandoli ad uno ad uno. — Hanno ancor gli occhi chiusi però....
— Ecco la mamma loro. Buon giorno, Maramea! — esclamò Caterina.
Infatti la bella gatta nera si avanzava silenziosamente, guardando ove metteva le zampine e scuotendole ogni tanto. I gattini miagolavano disperatamente. Quando Maramea fu nella mangiatoia le due fanciulle tornarono nell’orto. Sebastiano era intento a potar dei rosai, con una grossa forbice d’acciaio. Nell’orto rinasceva l’erba e i fiori dei mandorli, sfogliati dal vento, coprivano i viali con una specie di nevischio profumato. Una distesa di cavoli fiori copriva quasi tutto l’orto, ma lungo i muri,