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308 | le anime oneste |
seta bianca, da porsi sul capo in caso di bisogno.
— Andiamo molto lontano? — domandò.
— No; fino al sentiero. Ti sei annoiata, Anna?
— Niente. Ho chiacchierato con zia Mattoi. Che brava donna!
— Sì, una brava donna.
Per un lungo tratto di via non dissero altro: attraversarono l’orto lussureggiante di verdura, e la vigna. Uno dei tre servi dava l’acqua all’orto; l’acqua che serpeggiava pei solchi, riscintillando ogni tratto nella tiepida luce del tramonto. E il fresco profumo delle piccole piantine di basilico pareva la fragranza dell’acqua e della terra umida.
Gli altri due servi finivano di far i solchi lungo i filari delle viti, nella vigna. Al di là c’era il favaio, e Anna lo attraversò tutto, mentre Sebastiano passava da un lato.
Le alte fave giungevano sino alle spalle di Anna. Da una parte e dall’altra ella vedeva così una specie di mare, ondeggiante alla brezza. Era un silenzioso ondulamento grigio,