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le anime oneste 305

non ha voluto. Creda a me; torna più a conto affittare i pascoli.

Anna s’accorse che zia Mattoi sapeva ogni cosa, e domandò sorridendo:

— Discorre spesso con voi, Sebastiano?

— Sì, altro! Io lo chiamo “figlio mio„ e Lisendra dice che egli mi vuole molto bene. Se mi permette ora le fo una domanda! — esclamò zia Mattoi.

Da due giorni essa smaniava di far questa domanda ad Anna. Non ne aveva avuto mai il coraggio; ma ora la bontà e l’affabilità della fanciulla glielo davano.

— Dite pure, zia Mattò!

— È vero che lei è la sposa del padrone?

Anna arrossì; volse il viso verso il cortile e rise.

— Chi ve l’ha detto? domandò.

— Lisendra me l’ha detto, ed anch’io ho veduto....

— Che cosa avete veduto?

— Eh, non ho veduto. Ho compreso.... mi scuserà se lo dico?

— Dite, dite pure! — esclamò Anna gioca-