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le anime oneste 301


— Già, s’intende. La simula (fior di farina) serve solo per il pane del padrone, il quale, del resto, non sdegna di mangiare il nostro pane.

E levando gli occhi al cielo, guardando attraverso la porta, ove stava seduta Anna con una fronda tra le mani per allontanar le galline che pretendevano entrare nella cucina, zia Mattoi prese a lodare Sebastiano. Lavorava tutto il giorno coi suoi contadini, e faceva una vita frugalissima.

Erbaggi, legumi, uova, qualche tazza di vino e qualche tazza di caffè. Null’altro. I piatti di carne venivan quasi sempre composti dalla selvaggina ch’egli cacciava, o da qualche pollastra. Le paste era zia Mattoi a fabbricarle in casa; la serva giovine lavorava, stirava e cuciva. Nelle ore libere le due serve venivano occupate nei lavori di campagna.

— Siete contente? — domandò Anna.

— Lisendra (Alessandra) borbotta qualche volta; già, si sa, è giovane, vorrebbe veder della gente, ma io!...

Una grande visione di pace e di serenità