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288 le anime oneste


Si scelsero due buone cavalline nere, di quelle minuscole bestiole sarde mansuete, dai forti garretti e dall’andatura calma, dette achettas, e il viaggio si compiè felicemente.

Sulle prime Anna dava dei piccoli gridi, paurosa di cadere, ma arrivata davanti a un precipizio, ove cominciavano le faticose salite dell’altipiano, prese una grande risoluzione. Sedette alla sarda, cioè a cavalcioni, e non ebbe più paura.

Angela cominciò a beffarsi della cugina, ma poi finì con l’imitarla, davanti alla probabilità di un capitombolo su per le salite scoscese e dirupate, dove l’erba cresceva a grandi ciuffi, fra il timo silvestre che imbalsamava l’aria.

Nei sentieri dell’altipiano Anna, che metteva ogni tanto al galoppo la cavalla e poi si fermava in lontananza per aspettare i compagni, ritrovò tutta la sua poesia antica.

Il vento delizioso, pregno d’acuti profumi d’erbe palustri e di timo, la investiva con selvaggie carezze, scompigliandole i capelli che le ricadevano sul viso. Quante memorie indistinte recava il vento delle alture, e che spe-