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la lontananza | 273 |
E le sembrò che le ultime cime dei mandorli fioriti si curvassero al suo passaggio per salutarla, piovendo sulla sua testina, sulla sua treccia, sulla sua camicetta di lana oscura, una folata di piccole foglie bianche e di calici rossi, per dirle: addio!
Nel rientrare vide che c’era Gonario.
Caterina, muta per l’allegrezza, che trapelava però da ogni suo movimento, preparava il vassoio col servizio del caffè.
Gonario passeggiava attraverso la camera.
Pareva non desse attenzione a Caterina, che pur non sentendosi guardata metteva una grazia indescrivibile in ogni moto delle mani e della persona affaccendata. Gonario continuava ad andare e venire; ma con tutta la famigliarità che s’era presa, cantava l’aria del Riccardo III:
Avrai d’effluvi arabici
Il crine imbalsamato....
C’era tanta passione e sopratutto tanta intenzione nella sua voce, che Anna sentì il bisogno