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264 | la lontananza |
— Sì, — rispose Anna, — io credevo che stessero fidanzati almeno uno o due anni. — È così ragazzina tua sorella!
E rise, all’idea di Caterina padrona di casa, Caterina che giocava ancora con Nennele, che piangeva per cose da nulla. Poi esclamò:
— Ma è proprio vero? Chi te l’ha detto?
— Mamma. È venuto il padre di Gonario, non l’hai veduta stamane?
— Sì. È venuto per ciò?
— Sì. E hanno deciso così.
— Ma possibile, e tua madre ha acconsentito? — esclamò Anna, sempre meravigliata. Poi, procurando di mostrarsi indifferente, disse: — chi sa che in questi sei mesi Caterina impari qualche cosa. Egli è abbastanza ricco per circondarla di serve, ma questo non basta, in una casa tanto grande, tanto sola. Le serve comanderanno; lei obbedirà, come ora obbediscono Gonario e suo padre....
— Ah, ah, tu non sai! — esclamò Lucia con una risatina amara.
— Nennele! gridò poi, — metti giù quella pietra! Ma... dico, vuoi sentirmi? Nennele, non