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la lontananza 259


Mentre leggeva importantissimi dispacci politici, il suo cuore singhiozzava: Io tornerò! Io tornerò! Cosa faccio qui, solo, in questo deserto?

Poi, mentre leggeva un violento articolo di fondo contro il Ministero, pensava alle gravi conseguenze che avrebbe portate in casa sua la sua assenza.

Aveva pensato sovente a ciò; ma giammai così intensamente come in quell’ora.

— Ritornerò! Ritornerò!

Cosa importava il suo sogno, la realtà delle visioni vedute così nitidamente quella sera? E poi? E poi? Cosa importava, se il pernio della sua esistenza era rotto, se nulla poteva compensargli le dolcezze e i dolori provati? Se sarebbe stato solo a godere il suo bene, il suo sogno? Anna!

Egli sarebbe ritornato; doveva, voleva farsi amare da lei. Senza di lei non poteva far nulla. Colle sue piccole mani sottili ella infrangeva ad uno ad uno tutti i nervi, tutti i muscoli di Sebastiano. Egli sentiva incurvarsi la sua alta persona di ferro, e chi l’aveva allontanato