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la lontananza | 257 |
ticate gli tornarono tormentose in un solo momento.
E fu riafferrato dalla tristezza; dalla tristezza cupa e struggente dei primi giorni. I fratelli e le sorelle, e i genitori, ed ogni angolo della sua casa, di cui gli oggetti portati lassù gli recavano come un profumo, una voce muta e affascinante, tornarono in lui vivissimi, parlanti. Lo prese una grande tenerezza per Nennele, una smania di rivederlo, di abbracciarselo tutto quanto, di chiacchierare e ridere con lui. La nostalgia delle abitudini interrotte, dalle cose lasciate per sempre, lo invase sottilmente, come un filtro deleterio, e il passato schiacciò il presente e l’avvenire, come questi, poche ore prima, vincevano il passato.
Concitatamente mise in ordine ogni cosa. La stanza — che nello stesso tempo funzionava da camera e da ufficio — era vasta, piena di polvere, disordinata. Si vedeva bene che nessuna mano femminile aveva sfiorato mai quelle pareti bianche, di cui una conservava ancora un cornicione da chiesa, quei mobili da campagna, più che modesti.