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l’arrivo 13


— No, non sono niente stanca. Ho dormito tutto il viaggio.... Ma perchè piange così quel piccino? — rispose Annicca. Si alzò e andò verso la culla.

— Dio mio, Lucia, guarda che bella treccia! — esclamò Caterina in estasi dietro Annicca.

In quel punto rientrò Maria Fara e si unì alla meraviglia delle figliuole per la treccia di Annicca, a cui non avevano ancor badato.

Era davvero una bella treccia, grossa così, come il pugno di Sebastiano, e lunga più di tre palmi.

— Dio mio, nostra Signora mia, io non ne ho mai vedute così!... — diceva Caterina. — Ne fa cinque, venti o trenta della mia....

— Eh sì, di’ meglio mille, — esclamò Antonino.

— Dio la benedica, si deve dire. — Tutti toccarono la treccia di Annicca, per scongiurare il malocchio, e lei ne arrossì dal piacere.

— Perchè strilla così questo bambino? — disse chinandosi sulla culla e baciando Nennele.

— Nennele mio, povero Nennele — esclamò