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248 | la lontananza |
Fecero insieme un giro per il bosco, visitarono i forni già accesi del carbone e quelli che si stavano componendo, perlustrarono tutte le località.
Il signor Francesco fece conoscere a Sebastiano tutti gli operai, gli spiegò tutto l’andamento della lavorazione, e lo costrinse a frugare nei registri e nelle bollette.
Ma Sebastiano non si commosse. Dopo la seconda visita ai forni, si rinchiuse nella stanza assegnatagli, ch’era quella ove soleva dormire suo padre, — mentre nell’altra regnava l’intendente, — e si mise a scrivere.
— Perchè diamine sarà venuto? — ripeteva fra sè il bravo signor Francesco. Un’idea lo turbava sin dal primo giorno della venuta di Sebastiano, idea suscitata dal mistero con cui il giovane si circondava.
— Sta a vedere, — pensava segretamente il signor Francesco, — sta a vedere che il figlio del signor Paolo abbia fatto qualche pazzia. Chi sa? Sono così bollenti questi sardi! Il signor Paolo non sembra neppure di questa razza, ma i suoi figliuoli!... Ci vuol